Addio ad un genio dello spettacolo
Il 2 novembre è morto Gigi Proietti, grandissimo e indimenticabile artista, amato da tutti gli italiani
Con la morte di Gigi Proietti l’Italia ha perso una delle figure dello spettacolo più apprezzate e geniali del dopoguerra. L’attore romano è scomparso, a causa di un arresto cardiaco, il giorno del suo ottantesimo compleanno.
Arduo ripercorrere tutte le tappe importanti della sua carriera. Innumerevoli, infatti, i suoi successi: dal teatro, al cinema, alla TV. E’ passato con disinvoltura ed identica bravura dal teatro d’avanguardia della Roma degli anni’60 al cabaret; dal cinema di autore a quello di puro intrattenimento.
Artista eclettico e poliedrico
Proietti scopre la sua passione per il teatro negli anni universitari partecipando al CUT (Centro universitario teatrale) e si afferma negli anni ’60 come uno dei giovani attori teatrali più promettenti. Nello stesso periodo si dedica anche al doppiaggio, attività che proseguirà per tutta la sua carriera: è la voce, per il pubblico italiano, del primo Rocky (S. Stallone), del Casanova di Fellini (D. Sutherland) e di Lenny (D. Hoffman). Si diverte anche a doppiare i cartoni animati, da Gatto Silvestro al più recente Aladdin della Walt Disney.
L’intensa attività cinematografica inizia, invece, negli anni ’70: bravissimo sia come caratterista, basti ricordare l’interpretazione del peccatore impazzito in “Brancaleone alle crociate” di M. Monicelli, sia come protagonista, uno per tutti “Meo Patacca” di M. Carciolini.
Indimenticabile, infine, nel ruolo di Bruno Fioretti, per gli amici “Mandrake”, incallito scommettitore alle corse dei cavalli nel film “Febbre da cavallo”.
Per la sua carriera teatrale ricordiamo, oltre al successo di “A me gli occhi please”, gli autentici capolavori di comicità che sono state le sue parodie dei re di Roma nello spettacolo teatrale di Luigi Magni”I sette re di Roma“.
Infine straordinario e, quasi imprevisto, il successo televisivo della fiction “Il maresciallo Rocca”, che lo ha visto protagonista dal 1996 al 2005.
Autentico interprete dell’anima italiana
La sua curiosità intellettuale e il temperamento eclettico lo hanno condotto a cimentarsi anche come scrittore. Nel 2013 pubblica, infatti, l’autobiografia “Tutto sommato qualcosa mi ricordo” e nel 2015 un nuovo libro, il “Decamerino. Novelle dietro le quinte”.
Quanto scritto basterebbe a far capire il senso di perdita che tutti noi italiani abbiamo provato il giorno della sua morte, ma ciò che più ci mancherà è, a parer mio, senz’altro, la sua “romanità”: quell’insieme di umanità, ironia e sano scetticismo che pervade tutte le sue interpretazioni e che sentiamo parte di ciascuno di noi.
Con la morte di Gigi Proietti scompare un altro autentico interprete dell’anima italiana.