“Una scelta per la vita”, la parola agli studenti cupparini
Una didattica laboratoriale ed inclusiva
Nelle ultime settimane la recrudescenza della pandemia in Italia ha messo in discussione gli equilibri che erano stati a fatica ricostituiti. Con l’ultimo decreto del Presidente del Consiglio, sulle scuole superiori è ritornato lo spettro della didattica a distanza: 100% delle lezioni in videocollegamento, ad eccezione dei laboratori e delle attività per studenti con “Bisogni Educativi Speciali”.
Fortunatamente la nostra scuola -raccontano Alessia e Sara che frequentano l’Istituto Pietro Cuppari, sito nel meraviglioso ex Monastero Benedettino di San Placido Calonerò – è una delle poche realtà a Messina che ha potuto, anche se con un numero limitato di studenti e nella piena osservanza delle disposizioni di sicurezza, continuare le sue attività di laboratorio in presenza durante questi ultimi mesi, dando al contempo la possibilità ai ragazzi speciali, di poter frequentare e non essere isolati a casa loro.
Tre gli indirizzi, tutti a stretto contatto con la natura
Un Istituto il nostro -aggiungono- Tecnologico ad indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria, il cui piano di studi ha una durata quinquennale e prevede un biennio comune e introduttivo e un triennio in cui invece si affrontano le materie specialistiche di indirizzo.
A partire dal terzo anno gli studenti possono, pertanto, scegliere fra tre articolazioni:
– Produzioni e Trasformazioni che corrisponde ad una impostazione tradizionale con l’approfondimento delle competenze che interessano le tecniche di produzione vegetale, animale e la trasformazione dei prodotti che ne derivano;
– Gestione dell’ambiente e del territorio, strutturato in modo che l’azienda agraria venga vista come azienda multifunzionale a tutela del paesaggio e della valorizzazione delle risorse naturali;
– Viticoltura ed Enologia la cui finalità e quella di formare, nello specifico, la figura di un perito agrario esperto nella gestione delle aziende viti-vinicole. La scuola-precisano le due studentesse, in base alla loro personale esperienza – è senza alcun dubbio il luogo dove si cerca di dare senso, significato e direzione alla propria vita e questo noi l’abbiamo imparato attraverso le nostre scelte.
Una scuola mai noiosa
Questo percorso di studio, oltre a darci la possibilità di proseguire gli studi universitari, punta a formare professionisti qualificati nell’ambito della gestione delle risorse agricole, favorendo lo sviluppo di competenze tecnico-specialistiche specifiche e mettendoci a disposizione una preparazione ad ampio respiro. Senza tralasciare un dettaglio importante: la particolarità di questa scuola è che non ci si annoia mai. Non stiamo sempre seduti, piegati sui libri, immobili tra i banchi o chiusi in classe ma ci sono anche delle ore in azienda, nei laboratori ed in cantina; momenti in cui si apprende e comprende il “vero lavoro”. La potremmo chiamare “un’alternanza” tra teoria e pratica che rende il percorso scolastico più piacevole e flessibile, in quanto va oltre le sole nozioni scolastiche per diventare una didattica aperta all’utilizzo delle nuove tecnologie, al servizio della creatività e dell’organizzazione.
Ognuno di noi viene coinvolto attivamente in dei percorsi operativi di lavorazione aziendale, secondo il calendario annuale dell’Istituto; in tal modo è possibile visionare e seguire da vicino la crescita di alcune specie vegetali. La presenza dell’azienda agraria, al di là dei diversi laboratori, è una grande opportunità in quanto ci permette di coniugare “il fare” e il “saper fare”: una realtà multidisciplinare, quella in cui cresciamo, che ci insegna a riflettere e ci rende poi capaci di proiettarci nel mondo del lavoro.
Esperienze di studio all’estero con il programma Erasmus plus
Ma non è solo questo – ci tiene a chiarire Sara – perché la mia scuola parte dallo studente, dalla sua esperienza e si costruisce un percorso insieme, ecco perché non dobbiamo dimenticare tutte le altre attività formative esterne; proposte che sono in grado di sviluppare competenze e professionalità nel settore specifico di interesse, attraverso vari percorsi ed esperienze formative, dai PCTO (ex alternanza scuola lavoro), agli stage all’estero grazie al programma Erasmus plus (a tal proposito, negli anni precedenti, alcuni studenti hanno soggiornato in diversi paesi Europei).
Questo è stato, tra l’altro, realizzabile anche attraverso i contratti di apprendistato che permettono allo studente, del quinto anno, di essere assunto a tempo determinato da un’azienda del territorio fino al raggiungimento del diploma (con la possibilità eventuale di convertire il contratto a tempo indeterminato).
Abbiamo scelto questa scuola – prosegue Alessia – per gli sbocchi lavorativi che offre in tutti i settori dell’agricoltura, da quello vitivinicolo, a quello dell’agriturismo, della manutenzione del verde pubblico, alla gestione di aziende zootecniche, a quello dei rilievi topografici per finire a quello della trasformazione dei prodotti agricoli in generale, nonché per il forte legame che la unisce al territorio e, ancora, perché abbiamo sentito qui, sin dal primo giorno, un vero senso di appartenenza.
Una scuola per crescere insieme
Le relazioni umane, profonde e autentiche, che si sono costruite nel tempo, hanno contribuito a farci crescere come studentesse e a maturare come persone; pertanto ci sentiamo di consigliare questa scuola a tutti coloro che sono in prossimità di iscriversi alle superiori. I motivi da elencare potrebbero essere tanti, dalla possibilità di acquisire una formazione multidisciplinare di eccellenza, all’accesso a qualsiasi carriera e, cosa non trascurabile, tra questi spazi all’aperto, sotto squarci di cielo cristallino e dinnanzi a tramonti indimenticabili, si impara a vivere con e nella natura, l’unica risorsa su cui realmente dobbiamo investire per garantirci un futuro sostenibile.
Concludiamo l’articolo semplicemente chiedendoci “ma la scuola che avremmo voluto l’abbiamo alla fine davvero trovata?” Oggi possiamo rispondere di “Sì”.
La scuola non finisce e non finirà mai con il suono della campanella perché dentro di noi rimane vivo e tangibile quello che ci ha dato. Ci ha insegnato, ad accogliere paure e fallimenti, ad aprirci all’ascolto, a trovare nelle parole bellezza e verità, a riscoprire la meraviglia, a riempire, ma ancora di più, a saper trasformare le nostre vite.
Alessia Oteri 5B e Sara Scopelliti 5C- Cuppari