Il nuovo anno…la vecchia pandemia
Un incubo che sembra non finire mai
Sono una ragazza di Messina che vive nel 2021, un anno appena iniziato ma che si porta già dietro il carico che gli ha lasciato il 2020, ovvero il famosissimo COVID-19.
Il 2020 ha lasciato tutti con la bocca amara: abbiamo festeggiato l’anno che stava entrando con la speranza di una rinascita immediata.
Ovviamente non è stato così e l’Italia è stata ancora divisa in zone rosse, arancioni, gialle e il lockdown non è stato risparmiato a nessuno.
La necessità impellente di salvaguardare la vita umana ha trasformato il modo di vivere, di lavorare, di studiare, di relazionarsi. E anche io, mentre la mia vita procedeva come sempre, mi sono ritrovata davanti all’incubo che ha cambiato le abitudini di tutti.
I mesi di separazione dalle persone care, la didattica a distanza, i rapporti col prossimo ridotti all’osso sono stati un trauma di cui risentiremo a lungo.
La pandemia ci ha spaventati, indeboliti, trasformati.
Oggi ripenso a come eravamo prima che arrivasse il COVID-19, quando potevamo uscire, socializzare, andare nei bar, organizzare feste. Eravamo liberi e sereni. E non lo sapevamo.
Ora noi ragazzi stiamo davanti ad un computer per ore, seguiamo le lezioni, svolgiamo i compiti assegnati dai nostri prof, cerchiamo contatti virtuali con i nostri compagni, i nostri amici, ma a nessuno piace l’assenza di umanità a cui da circa un anno siamo costretti.
Spero come tutti che l’incubo finisca prima possibile, che le persone malate si riprendano e tornino più forti di prima.
Spero nel vaccino per tornare alla nostra vita di sempre, per rivedere i nostri compagni, i nostri prof, i nostri nonni più vecchietti e quelli meno vecchietti. E finalmente noi giovani torneremo a fare i giovani!
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