Nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Educazione alla legalità all’I.I.S. “G. Minutoli”
Domenica 21 marzo era la giornata della memoria e dell’impegno, giorno in cui si commemorano le vittime innocenti delle mafie. Ogni anno, in una piazza d’Italia sempre diversa, l’associazione “Libera” ha organizzato una grande manifestazione in cui leggere tutti i nomi delle vittime. Un grande “momento” collettivo, quindi, per stare vicino alle famiglie degli uccisi e rinnovare l’impegno civico di contrasto alle organizzazioni criminali. Dallo scorso anno la pandemia ha, però, impedito le riunioni e Libera ha modificato le modalità del ricordo. Ogni associazione, ogni scuola, ogni persona componente della società civile ha comunque trovato il modo di ricordare e rinnovare il suo impegno contro tutte le organizzazioni criminali.
La nostra Scuola ha dedicato al ricordo delle vittime di mafia anche la mattinata di lunedì 22 marzo. In questa giornata, infatti, si è svolto, presso il nostro Istituto e per le classi del biennio di tutti e tre i plessi scolastici, un incontro online di educazione alla legalità promosso dal Comitato dei genitori insieme al Comando stazione dei carabinieri di Bordonaro, il cui comandante Antonino Ardea ha organizzato logisticamente tematiche e interventi. Hanno accolto, coordinato e partecipato all’incontro il Dirigente scolastico, prof. Pietro Giovanni La Tona e la prof.ssa Grazia Ivonne Cannata, referente d’Istituto per l’educazione alla legalità. Hanno partecipato in rappresentanza del Comitato dei genitori il signor Santo Galletta, rappresentante d’Istituto, e la signora Katia Puleo. Ha partecipato in presenza, in rappresentanza degli studenti, nell’aula magna dell’Istituto, la classe II I Chimica materiali e biotecnologie.
Dobbiamo al Capitano Alessandra Giardino un intervento del massimo interesse sul significato della giornata, sulla storia della mafia e sulle attività di contrasto che anche noi giovani possiamo mettere in atto.
Il ricordo, la commozione e l’impegno
Un momento di particolare commozione si è avuto nel ricordare le donne e i bambini uccisi. Un silenzioso e grato riconoscimento è, invece, nato dentro di noi nel ricordare coloro che si sono battuti per contrastare la criminalità mafiosa. Chi ha lottato l’ha fatto con le parole, con gli strumenti della giustizia e soprattutto con la vita.
Vittime e anni intensi di lotta alla mafia sono stati ripercorsi come il fatidico anno 1982 in cui, dopo l’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di sua moglie, il Parlamento approva la legge Rognoni-La Torre che istituisce il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e colpisce i mafiosi nell’unica cosa che amano: i soldi!
Con il ricordo dei giudici Chinnici, Falcone e Borsellino viviamo il dolore delle stragi passate ma anche il momento più importante della lotta alla mafia: la creazione del pool antimafia e il maxiprocesso con 475 imputati mafiosi. Con il maxiprocesso crolla, infatti, il mito dell’infallibilità della mafia, gli uomini di “cosa nostra” sono “sepolti” sotto una valanga di condanne ed ergastoli. Un grazie eterno e infinito ai giudici Falcone e Borsellino e a tutti gli uomini delle istituzioni che hanno lottato e che lottano!
Nel funerale di Borsellino la gente per la prima volta ha voluto esprimere il disprezzo nei confronti della mafia e dare l’appoggio allo Stato. Da quel momento si è iniziato a parlare realmente di mafia nelle scuole e in tutta Italia senza paura.
La mafia e la società
La mafia è, però, in continua evoluzione come la società; il Meridione abbandonato è stato il suo primo luogo di incursione, perché lo Stato mancava e i più forti, i mafiosi, ne hanno approfittato. Adesso il mondo, l’Europa, tutti gli altri Paesi si ritrovano a doverla affrontare, non riuscendo a gestirla. Traffico di armi, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, richiesta del pizzo sono i metodi base della criminalità organizzata per arricchirsi. Lo Stato non sempre è riuscito a intervenire rapidamente ma una forte risposta delle istituzioni si è avuta con l’introduzione dell’art. 41 bis, che prevede la carcerazione più dura per evitare che i mafiosi continuino a controllare i territori.
Dagli anni ’80 ad oggi, quindi, molti sono stati i passi in avanti ma bisogna continuare a reagire fino alla definitiva sconfitta.
L’intervento del capitano finisce con un’esortazione a noi giovani cittadini: ” Bisogna imparare a dire no, senza paura, perché dalle piccole cose si arriva alle grandi opportunità. Dalle forze dell’ordine, al singolo cittadino bisogna combattere questa battaglia, con l’istruzione, gli incontri, le parole, l’impegno quotidiano”.
Riflessioni conclusive
Infine il Dirigente scolastico prof. La Tona sottolinea l’ultima trasformazione della mafia, una mafia che si occulta ed è ancora più pericolosa per le maggiori conoscenze e l’accresciuta potenza economica, e invita ognuno di noi a riflettere prima di compiere azioni che potrebbero, anche solo indirettamente, favorirla.
L’incontro di lunedì 22 marzo ha dimostrato ancora una volta l’importanza di una scuola, come la nostra, che lavora con tutte le sue componenti democratiche, per trasmettere i valori della giustizia e della legalità che sono il punto di partenza per un futuro prospero.
Ilenia Adamo II D Chimica, materiali e biotecnologie