Sicilia, notte del primo Novembre
Notte incantata
I giorni e le notti tra ottobre e novembre sono date incantate. In tutto il mondo troviamo usanze particolari che ci conducono a una dimensione, sia essa reale o immaginaria, non visibile ai sensi.
Nel tempo e nel mondo globalizzato, come il nostro, impera ormai la festa di Halloween che offusca tutte le tradizioni nostrane. Offuscate sì ma non cancellate. Sopravvive ancora in Sicilia la leggenda dei “morticini” per la notte del primo novembre.
La notte dell’uno novembre, infatti, i morti ritornano dai loro cari e dove c’è un bimbo lasciano dei regali, dolci e giocattoli. Non sono morti terrificanti, fantasmi o spiriti, hanno, invece, le stesse sembianze di quando erano in vita. Ancora adesso in Sicilia ragazzi e bimbi ricevono doni per la festività dei morti, si è perso, però, il rito e l’incanto dei tempi andati.
Il viaggio, “la cerca e la trovatura”
Una volta i bimbi lasciavano, prima di andare a dormire, un bicchiere d’acqua per i loro defunti, per dissetarli dopo il lungo viaggio. Non poteva, infatti, che essere lungo un viaggio che li riportava, sia pure per una sola notte, nel mondo dei vivi. I defunti riempivano i cesti, lasciati dai bimbi accanto ai letti, di dolciumi e giocattoli e li nascondevano. La cerca del cesto il giorno dopo era ciò che più divertiva i piccini.
Nel racconto “Il giorno dei morti” il grande scrittore Andrea Camilleri ricrea questa magica atmosfera:
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo
Da “Il giorno dei morti” di Andrea Camilleri”
Frutta martorana e ossa di morto
I dolci erano sempre quelli tipici della festività, i più famosi li troviamo ancora nelle nostre pasticcerie: “la frutta martorana” simile al marzapane, i “pupaccena” o pupi di zucchero e infine le ossa di morto, che altro non sono che semplici dolcetti molto croccanti fatti con acqua, zucchero e farina e speziati con cannella e chiodi di garofano.
Dopo la festa notturna e popolare, tornava, e torna ancora, la festività cristiana dei defunti con la tradizionale visita al cimitero. Si portano fiori e si cerca per un giorno di diminuire “la distanza” con le persone care che non ci sono più.
La tradizione dei “morticini” siciliani è bella perché riesce a trasformare la tristezza e il lutto in meraviglia e felicità almeno per i bambini.
Alessia Giuffrida IIIa D Biotecnologie sanitarie