Intollerabile atto di razzismo nel livornese
“L’indifferenza porta alla violenza”
A pochi giorni dal 27 gennaio, Giorno della Memoria istituito per ricordare le vittime dell’Olocausto, un bambino di 12 anni è stato aggredito da due ragazzine poco più grandi. Il bimbo era ebreo.
L’episodio è accaduto ai giardini pubblici di Venturina, frazione di Campiglia Marittima in provincia di Livorno. Due ragazze di 15 anni hanno aggredito con calci, sputi e con parole pesanti: “Devi bruciare nei forni”, “Inginocchiati ebreo di m***”, un bambino che stava giocando tranquillamente con i suoi coetanei.
Il piccolo, tornato a casa, ha cercato di nascondere il fatto, pulendosi frettolosamente il giubbotto sporco di fango, poiché pensava di essere lui nel torto. Il padre fortunatamente è riuscito a fargli trovare il coraggio di raccontare. La famiglia ha così potuto sporgere denuncia.
Ciò che di questa vicenda mi fa soprattutto inorridire è che nessuno di coloro che hanno assistito all’aggressione ha cercato di difendere quel bambino. L’indifferenza uccide ed è peggio di ciò che hanno fatto le due ragazze. Di fronte ad un evento così grave non ci si può voltare dall’altra parte.
Inoltre questo episodio, dettato da forti e radicati sentimenti razzisti, oltre che antisemiti, conferma ciò che ho sempre pensato: l’odio mostrato dalle due ragazze è il frutto di pregiudizi nei confronti del diverso trasmessi dalle loro famiglie. Non si nasce razzisti, lo si diventa. Il razzismo è come un “virus” molto diffuso soprattutto tra i giovani: le famiglie, gli adulti trasmettono ai figli l’odio che loro provano. I giovani sono lo specchio delle famiglie e della società in cui viviamo.
Se un ragazzo è razzista è un problema di tutta la società. Ma perché esiste ancora quest’odio così radicato nei confronti di chi appare diverso?
Diversità è ricchezza
L’ostilità, il disprezzo e i pregiudizi nei confronti di chi non è uguale a noi sono stati tramandati dalle vecchie generazioni a quelle nuove, forse, per paura che il diverso diventi migliore di noi. Da sempre chi si sente superiore cerca di imporsi come modello alle altre popolazioni in modo violento, anziché fondere le culture.
Sono tanti ancora che non si rendono conto che il bello della vita e del mondo è che ognuno di noi è diverso dall’altro. A parer mio il termine diversità non deve essere inteso come qualcosa di negativo da cui bisogna discostarsi, ma deve essere interpretato come “originalità”.
Un mondo di persone tutte uguali, con il colore della pelle uguale, con idee uguali, con usanze, religioni e tradizioni uguali, sarebbe un mondo triste, spento, popolato da cloni. Non esiste cosa più bella di poterti confrontare con persone differenti da te ed è bellissimo proprio scoprire la diversità negli altri. Cercare di conoscere, di amare, di scoprire e di imparare da chi vive una realtà completamente diversa dalla tua è qualcosa di stupendo.
Esiste solo la razza umana
Ciò che è successo a quel bambino non deve essere banalizzato e sottovalutato. L’episodio non può essere catalogato come una ragazzata o una goliardata. Al contrario, si tratta di un episodio che racconta l’ignoranza nella quale viviamo, ignoranza che è il terreno sul quale cresce il fenomeno del razzismo.
Milioni di ebrei hanno vissuto sulla propria pelle atteggiamenti come questo ed è ancor più grave che questo succeda pochi giorni prima della Giornata della Memoria. Questa è una situazione incredibile, da pelle d’oca, che ci riporta ai tempi più bui della storia dell’umanità ed è la dimostrazione lampante che la Giornata della Memoria non è superflua, anzi è necessaria. La scuola, fortunatamente, si impegna non soltanto il 27 gennaio, ma tutti i giorni a far capire a noi ragazzi che non esistono razze bianche, nere, cattive, buone, pericolose o innocue, ma esiste un’unica razza: la razza umana (Einstein docet).
Karol D‘Urso II D Chimica, materiali e biotecnologie