Unite contro tabù e pregiudizi
Ancora nel 2022 sguardi molesti e battute oscene
Spesso quando cammino per strada, fra sguardi provocatori e battute moleste, mi chiedo cosa voglia dire essere donna nel 2022.
Essere donna, ancora oggi, significa non poter mettere liberamente una scollatura o aver paura di tornare la sera a casa da sola. La donna viene oggettivata, vista come una poco di buono se decide di avere una vita sessuale libera o se esprime il suo punto di vista su argomenti definiti tabù. Questo atteggiamento giudicante si manifesta, trasversalmente, in diversi ambiti della società e, quel che peggio, esso proviene non solo dalla frangia maschilista: la polemica, a volte, pur se sporadicamente, è sollevata anche dalle donne.
Essere donna implica, in molti casi, doversi difendere, ogni giorno, contro violenze domestiche e sessuali; essere lavorativamente ed economicamente dipendente; sentirsi offesa moralmente e verbalmente.
La conquista della parità di genere e del rispetto
Ed è proprio in quei momenti, che bisognerebbe fare ricorso alle aule di giustizia. Qualsiasi forma di violenza deve essere pienamente riconosciuta nelle procure, nei tribunali e, invece, viene sottovalutata la gravità e l’urgenza del problema da affrontare.
Tuttora, i media riflettono purtroppo un’immagine distorta di noi donne. Di frequente, ci troviamo davanti un “uomo” che vuole e deve, secondo i soliti stereotipi, soddisfare i propri bisogni. Ed ho scritto la parola “deve” perché a loro tutto è dovuto, tutto è consentito, ed è qui che noi ci sentiamo impotenti ed incapaci di agire.
Alla nostra giovane età, io e milioni di ragazze, nella nostra quotidianità, combattiamo per la parità di genere e, soprattutto, per il rispetto. È un dato oggettivo che le donne sono in grado di conseguire risultati eccellenti, negli studi, nelle professioni, come madri e come compagne di vita. Ma spesso su questo si sorvola!
Quindi, mi rivolgo a te, donna, che stai leggendo questo articolo: ricorda il tuo valore, non avere paura. Non sei sola, siamo in tante e abbiamo il dovere di investire nelle nostre potenzialità, di marcare di significatività e bellezza la nostra vera essenza. Concludo, infine, con un salto di prospettiva e rivolgo questo mio appello anche a tutti gli uomini che riconoscono la parità di genere.
Gli stessi diritti e una equilibrata condivisione di responsabilità sono, a mio parere, gli unici principi da applicare in ogni gesto e in qualunque scelta da fare.
Graziana Rotondo V I Biotecnologie sanitarie