Accoglienza, protezione e tutela dei MSNA
Intervista al Procuratore della Repubblica dei Minori a Messina, Dott. Andrea Pagano
I minori stranieri non accompagnati
Incontriamo il Procuratore della Repubblica nell’Aula magna del nostro Istituto, l’I.I.S.” G. Minutoli”.
Il Dirigente scolastico, Prof. Pietro G. La Tona, infatti, a cui abbiamo comunicato la necessità dell’intervista, ha ritenuto opportuno, trattandosi di una delle principali figure istituzionali nel settore delle problematiche minorili, estendere l’incontro all’intera redazione del “Minutoli web” formata da 50 studenti.
Il Dott. Pagano si dimostra subito una persona con forte senso pratico e alla mano, parla con noi semplicemente evitando tecnicismi.
Dopo una breve introduzione in cui chiarisce la funzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori sia in ambito penale sia in tema di tutela e protezione dei minori in difficoltà, che più strettamente riguarda l’oggetto della nostra inchiesta, ci invita a formulare le nostre domande e l’intervista inizia.
Redazione: Sul territorio messinese quanti sono i minori stranieri non accompagnati?
Dott. Pagano: Noi facciamo un monitoraggio preciso ogni sei mesi, quando procediamo ad ispezionare le comunità per vedere in che condizioni sono le strutture. Purtroppo spesso riscontriamo problemi e sono numerosi i rilievi che dobbiamo fare. Secondo il monitoraggio dello scorso semestre, nel 2021, i minori erano 168 e le strutture di accoglienza, invece, allo stato attuale, sono tredici, otto nella città di Messina e cinque in provincia, di cui una sul lato ionico e quattro sul lato tirrenico. Sono dei dati che cambiano in continuazione, ogni settimana abbiamo nuovi sbarchi ed ogni settimana una parte di questi ragazzi si allontana e ne perdiamo le tracce. Messina, infatti, per la sua configurazione geografica è l’avamposto del Mediterraneo e molti minori sbarcano per poter continuare il viaggio.
Flussi Migratori
R.: Quali sono i principali flussi migratori? Da quali Paesi provengono i minori stranieri?
Dott. Pagano: Anche questo è un dato relativo, perché i flussi migratori cambiano di settimana in settimana. La maggior parte proviene dalla Libia, dove ci sono organizzazioni criminali che gestiscono questi traffici. I ragazzi vengono soccorsi nell’ambito del Mediterraneo non molto lontano da qui e vengono poi smistati da una rete di aiuti che non è gestita direttamente dai giudici, dai pubblici ministeri, ma fa capo prevalentemente alle prefetture e ai servizi sociali dei singoli comuni. Chiaramente la maggior parte dei nostri flussi arriva dal mare, ma non è questo l’unico canale. Abbiamo molti ragazzi provenienti dal Bangladesh e alcuni che fanno un lunghissimo viaggio via terra.
La nuova frontiera della tematica dei minori stranieri non accompagnati temo sarà costituita dai bambini ucraini. Anche questi bambini avranno il tipo di protezione garantita ai minori stranieri non accompagnati. Ci sono grandissimi pericoli e noi stiamo molto attenti per evitare che questi bambini possano essere oggetto di accaparramento di persone senza scrupoli, anche perché…pensate alle domande di adozione, noi abbiamo tante coppie che fanno richiesta di adozione ma non abbiamo in Italia così tanti bambini e queste coppie fanno ricorso all’adozione internazionale, che è però regolamentata: c’è un organo centrale che si occupa dei rapporti con le organizzazioni straniere. Adesso molti pensano di poter approfittare dell’arrivo di questi bambini per ricorrere a forme di adozione eludendo la normativa internazionale delle adozioni. Questo non deve avvenire perché sarebbe una strada assolutamente non garantita.
Situazioni drammatiche
R.: Qual è il tipo di accoglienza che l’Italia garantisce ai minori stranieri?
Dott. Pagano: È un’accoglienza che va dal vitto e l’alloggio, all’istruzione e all’integrazione. Dopo la legge Zampa del 2017, inoltre, l’accoglienza per i ragazzi che hanno iniziato un percorso positivo in Italia prosegue fino ai 21 anni. Cerchiamo, quindi, di seguire questi ragazzi anche dopo la maggiore età, per favorire quel percorso che altrimenti dovrebbe interrompersi al compimento dei 18 anni. Alcuni poi restano sul territorio e cercano di integrarsi qui; molti, invece, come accennavo prima, utilizzano la Sicilia e il Sud d’Italia come un trampolino verso altre destinazioni, perché hanno parenti nel Nord Europa e mirano ad espatriare anche perché al Nord hanno più possibilità di lavoro.
Le situazioni più drammatiche le vediamo noi che diamo il primo soccorso, la prima accoglienza a questi ragazzi che tante volte arrivano in condizioni drammatiche: infreddoliti, terrorizzati, affamati, assetati. Non dimenticherò mai i processi che ho trattato. Arrivavano qui le navi e nelle stive trovavamo 15 persone morte fra cui bambini. Diciamo che ho avuto difficoltà per diversi mesi a prendere un ascensore, stare in un luogo piccolo e chiuso per le scene drammatiche viste.
Una nuova sensibilità
R.: Pensa che l’opinione pubblica debba conoscere meglio queste situazioni in modo da essere più sensibile al problema?
Dott. Pagano: Per molto tempo è stato così ma oggi la sensibilità è cambiata. Oggi non pagano più frasi del tipo ”Prima gli italiani” o “aiutiamoli a casa loro”. Davanti alle immagini della guerra questo tentativo non funziona più. Chi prima sosteneva questo tipo di politica e ha fondato la propria fortuna politica su questo ragionamento, oggi fa finta di andare a portare aiuti.
Non dobbiamo pensare ai nostri confini come un qualcosa di rigido, invalicabile, il confine è per sua natura poroso. È qualcosa che deve essere permeabile, deve essere penetrabile. Vi invito a leggere un bellissimo libro, che non vi richiederà tanto impegno perché è poco più di 100 pagine, di Massimo Recalcati che è “La tentazione del muro”.
È un po’ insito nella natura umana pensare a delimitare lo spazio, a rinchiudere, a dire: “Questo spazio è mio!” e l’altro è visto come diverso, come una minaccia, ma a questa tentazione noi dobbiamo contrappore un’altra visione che è quella dell’apertura, dell’accoglienza e della libertà. È solo attraverso un equilibrio tra queste due tendenze e due opposti impulsi che noi possiamo crescere. Non possiamo pensare che coltiviamo il nostro orticello, che delimitiamo il nostro territorio con il filo spinato come ha fatto Trump con il Messico e che questo ci faccia stare bene. Come ho già detto, oggi le immagini atroci che arrivano dall’Ucraina fanno sì che la nostra, e soprattutto, la vostra sensibilità possa essere orientata diversamente rispetto a quella delle generazioni precedenti, che hanno avuto chi “cantava” nelle orecchie “Prima gli italiani”.
L’affidamento familiare
R.: Le famiglie italiane sono disponibili ad adottare questi ragazzi?
Dott. Pagano: Spesso ho pensato e svolto delle attività per cercare di dare in adozione questi bambini, questi ragazzi, perché poi bambini non lo sono quasi mai, sono soprattutto ragazzi, molto spesso vicini alla maggiore età.
Devo dire che abbiamo avuto tantissime difficoltà ad attuare questa soluzione non solo per la poca disponibilità delle famiglie italiane ad accoglierli come figli adottivi, che vuol dire figli a tutti gli effetti, vuol dire rapporto di genitorialità incancellabile, che in genere aspirano ad avere bambini molto piccoli, neonati e non un ragazzo di 16 anni, magari alto un metro e 90, ma soprattutto per l’indisponibilità da parte dei ragazzi ad essere adottati. Loro non vogliono essere adottati perché dei genitori o una famiglia di riferimento ce l’hanno, vogliono conservare un rapporto con la famiglia di origine, mentre l’adozione comporta entrare a far parte di una nuova famiglia, interrompendo il legame con quella di origine. Per questo la legge sull’accoglienza ai MSNA non prevede l’adozione, ma al massimo l’affidamento familiare che non necessariamente passa per l’adozione.
L’adozione
Per i bambini piccoli senz’altro valutiamo l’adozione che però richiede l’assenza di una rete parentale, che alle volte troviamo ad esempio nel Nord Europa.
R.: Per le famiglie disponibili all’adozione ha rilevanza l’etnia e il colore della pelle?
Dott. Pagano: Quando le famiglie sono intervistate, per valutare la loro idoneità all’adozione, se dichiarano preferenze relative all’etnia sono riconosciute, senza alcuna eccezione, inidonee all’adozione. LaCorte di Cassazione, che è il nostro giudice supremo, ha, infatti, ritenuto che in questi casi ci siano limiti culturali tali da rendere impossibile l’idoneità all’adozione. Queste coppie, chiaramente, non sono in grado di essere buoni genitori.
R.: Quanto tempo passa tra l’accoglienza per il minore straniero e l’affido alla casa comunità o l’affido alla famiglia?
P.:L’accoglienza è immediata, quando ci sono gli sbarchi c’è tutta una task force organizzativa che fa sì che questi ragazzi vadano rapidamente nelle case di accoglienza.
R.: La legge Zampa del 2017 per i minori stranieri non accompagnati dà la priorità all’affido in famiglia rispetto alle comunità di accoglienza. Ci sono le famiglie disponibili all’affido?
Dott. Pagano: C’è qualche famiglia che ha dato la disponibilità, ma devo dire che non sono molti i casi di affido familiare, anche perché spesso sono i ragazzi che preferiscono non integrarsi in una famiglia. La maggior parte dei minori, comunque, è nelle comunità di accoglienza che devo dire presentano molti problemi. Quando procediamo alle ispezioni troviamo standard decisamente inferiori rispetto alle comunità dove ci sono ragazzi italiani. Problemi che noi, chiaramente, segnaliamo. C’è, tuttavia, un sistema di tutori volontari che danno la disponibilità a prendersi cura del minore. Il tutore non è solo chi cura le pratiche giuridiche, ma diventa anche una figura importante, un punto di riferimento.
Accoglienza, inclusione e protezione
R.: Quali diritti hanno i minori stranieri non accompagnati in Italia?
Dott. Pagano: Hanno il diritto all’accoglienza, all’integrazione e alla protezione, sono innanzitutto minori e devono essere ospitati, devono essere protetti e devono essere educati, ma non è che dobbiamo fornire loro semplicemente affetto e assistenza, dobbiamo fare in modo che vadano a scuola e si integrino nella nostra società, che possano trovare un lavoro anche perché se loro riescono a studiare e a imparare la lingua, potranno restare in Italia anche senza cittadinanza. Non diventeranno cittadini italiani, almeno attualmente, ma vivranno nella nostra collettività e contribuiranno come lavoratori.
R.: come si comporta il tribunale quando il minore ha deciso di non andare più a scuola ma è nell’età dell’obbligo?
Dott. Pagano: Si cerca di capire quali sono le sue difficoltà e di superarle nei limiti in cui queste difficoltà sono superabili. A me è capitato che alcuni di questi minori dicessero: “Io vengo dalla Tunisia e considero il Bangladesh un Paese ostile e non voglio andare a scuola con i ragazzi del Bangladesh, con cui ho fatto a botte anche in comunità”. In queste ipotesi si fa un percorso per risolvere il problema e per far capire che l’altro non è un nemico, altre volte, invece, ci sono ragazzi che non vogliono studiare ma sono bravissimi nelle attività pratiche, per cui si cerca di far fare un corso di formazione. Non si decide, quindi, in maniera rigida, ma si tenta sempre di trovare la soluzione più congeniale per la persona, perché ognuno di noi è diverso e ha le proprie inclinazioni e passioni.
Massimo impegno per non punire
Chiaramente non si riesce sempre. Ci sono i casi in cui il ragazzo non reagisce e non trova la sua strada, ma noi dobbiamo sempre cercare di fare uscire il meglio da questi ragazzi e mettere a loro disposizione tutto quello che abbiamo. Poi c’è sempre un margine di autodeterminazione individuale che fa sì che tu sia padrone della tua vita e possa fare quello che vuoi, ma entro certi limiti perché altrimenti il nostro intervento è legittimato anche quando diventa un intervento punitivo; questo riguarda non solo gli stranieri ma anche gli italiani.
Il nostro impegno non è mai quello di punire, si cercano altre soluzioni. Tanti ragazzi, tuttavia, che poi finiscono nel circuito penale, sono ragazzi che noi già conoscevamo, che prima di diventare autori di reati, conoscevamo come ragazzi problematici. Quando tu, quindi, poni una serie di interventi preventivi, a volte riesci ad evitare che quel ragazzo diventi autore di reati, altre volte non ci riesci…però anche il fatto che tu metti in un carcere minorile un ragazzo di 17 anni è moralmente giustificabile se tu metti in campo, prima di arrivare a questo, tutta una serie di possibilità di proteggerlo.
R.: I minori stranieri appena arrivati hanno diritto ad andare in centri di prima accoglienza diversi da quelli degli adulti. È capitato che si sia contravvenuto a questa regola?
Dott. Pagano: È capitato, purtroppo, in situazioni di emergenza, in cui c’erano sbarchi massicci e non vi era disponibilità di posti. Sono stati, comunque, periodi brevi e abbiamo sempre preteso dalla struttura ospitante che i minori avessero posti separati e che su di loro si esercitasse una particolare vigilanza e protezione.
Permesso di soggiorno e maggiore età
R.: Abbiamo visto che per la normativa italiana il minore che ha iniziato positivamente un percorso di integrazione otterrà un permesso di soggiorno anche dopo il compimento del diciottesimo anno e potrà prorogare la sua permanenza fino ai 21 anni. Cosa accade però se un ragazzo straniero si è iscritto nel frattempo all’università? Gli sarà data la possibilità di proseguire gli studi fino al raggiungimento della laurea?
Dott. Pagano: Sì, senz’altro. Magari ne avessimo tanti che seguono questa strada!
R.: Una buona notizia per il nostro compagno Alasana, che vuole diventare medico qui da noi ed ha lasciato il suo Paese, il Gambia, a 12 anni per realizzare il suo sogno.
Dott. Pagano:Glielo auguro di cuore!
Al termine dell’intervista il nucleo essenziale da evidenziare nella nostra inchiesta è arrivato diretto al nostro cuore e rimarrà impresso nella nostra mente:
I minori stranieri non accompagnati sono innanzitutto dei minori e hanno il diritto di essere protetti, ospitati ed educati nel rispetto delle loro esigenze e della loro personalità. Si deve sempre tentare di trovare la strada più congeniale per comprenderne le esigenze.
Ringraziamo il Dott. Andrea Pagano Procuratore della Repubblica del Tribunale dei minori di Messina.