Sono tutti bambini del mondo
La legge Zampa
L’accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, sebbene presenti qualche disfunzione burocratica, in Italia funziona soprattutto dal punto di vista della normativa.
Dal 2017 la Legge Zampa tutela i minori, e, in modo particolare, vieta che vengano respinti alla frontiera. Inoltre consente che chi raggiunge la maggiore età, ma vuole concludere un percorso, soprattutto di studio, possa rimanere altri tre anni:
“Il tribunale per i minori può disporre, anche su richiesta dei servizi sociali, con decreto motivato, l’affidamento ai servizi sociali, comunque non oltre il compimento del ventunesimo anno di età”. (art.13, Legge 47 del 7/04/2017)
Nonostante ciò, pensiamo che sia sbagliato stabilire che i minori stranieri in un tempo comunque relativamente breve debbano raggiungere obiettivi che noi, ragazzi nati in Italia, possiamo perseguire in molti anni:
“Non esiste un percorso che punta sugli obiettivi da raggiungere, ma esiste un percorso che punta sul tempo: paradossalmente l’obiettivo è il tempo”.
(Dall’intervista al dott. Valenti)
Le otto strutture di accoglienza ubicate a Messina e le cinque nella provincia presentano spesso irregolarità e disfunzioni:
“Quando procediamo alle ispezioni troviamo standard decisamente inferiori rispetto alle comunità in cui sono ospitati ragazzi italiani. Problemi che noi, chiaramente, segnaliamo. C’è, tuttavia, un sistema di tutori volontari che danno la disponibilità a prendersi cura del minore”.
(Dall’ intervista al Procuratore della Reppublica dei minori del Tribunale di Messina)
…Ma è vera accoglienza?
Italia ed Europa non tengono in considerazione le Convenzioni internazionali per i diritti umani.
I minori stranieri non accompagnati fuggono dai loro Paesi in cui sono presenti povertà, terrorismo, guerra, condizioni climatiche sfavorevoli che portano a lunghe carestie, ma molti fuggono soprattutto da quei governi che attuano gravi violazioni dei diritti umani.
Sono giovani a cui viene negata la possibilità di studiare, di condurre una vita senza abusi o violenze, a cui i sogni sono negati. Minori che sanno di non avere un futuro se rimangono nel loro Paese.
L’Italia li respinge
La nostra Costituzione prevede la tutela per chi non ha garantiti alcuni diritti:
“Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”
(art.10, comma 3)
Eppure l’Italia nel 2017 ha siglato un trattato con la Libia, un accordo per ridurre il flusso di migranti che da anni cercano di raggiungere l’Italia dalle coste libiche attraverso il Mediterraneo. Un accordo triennale, che è stato puntualmente rinnovato nel 2020, nonostante le denunce fatte da vari movimenti internazionali per la difesa dei diritti umani, come Amnesty International, Save The Children, Medici Senza Frontiere.
I viaggi della speranza si fermano in Libia
I minori attraversano varie parti dell’Africa a piedi, in tempi lunghissimi, anche anni, e affrontano un viaggio difficilissimo che traumatizza soprattutto i più giovani. L’ultimo Paese da attraversare per raggiungere l’Italia è la Libia.
Luogo pericolosissimo, soprattutto – strano a dirsi – per le persone con la pelle nera. La Libia, dovrebbe avere dei centri di accoglienza per quei migranti che vengono fermati mentre tentano di raggiungere le nostre coste. I centri, invece, sono delle vere e proprie carceri, in cui vivono in condizioni disumane Alcuni di loro non ce la fanno.
I bambini assistono alle crudeltà e alle violenze dei loro cari e sviluppano gravi traumi, come il disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività.
(Dall’intervista alla Dott.ssa Migneco)
Commovente il racconto del nostro compagno Alasana, che a quattordici anni è stato rapito dal gruppo illegale armato “Asma Boys” e chiuso col suo compagno di viaggio in un centro detentivo:
“(…) Sembrava la cella di una prigione, senza finestre né luce artificiale, in cui siamo stati per tanto tempo, forse un mese, o di più. Piangevo tanto, pensavo che fosse tutto finito e che non avrei rivisto più la mia famiglia. Nelle prigioni libiche muoiono molte persone”.
La guerra in Ucraina: il giusto modo di accogliere i migranti
Oggi le immagini che provengono dall’Ucraina bombardata per una guerra che nessuno voleva, né si aspettava, fanno pensare. I bimbi privati delle loro case, dei loro giochi, o, peggio, dei loro genitori, disperati, assetati, stanchi, sono accolti da tutta l’Europa, con grande senso civico e con tanta commozione.
Certo, l’Ucraina è qui, vicino a noi, è Europa!
Sono tutti bambini del mondo
L’Africa, l’Asia sono “lontane”, le guerre fratricide, le ingiustizie sociali, i diritti negati non sono trattati nemmeno dai quotidiani, dalle tv, dai social network, se non eccezionalmente.
Noi ci auguriamo che il senso civico che stiamo mostrando nei confronti dei bambini ucraini, faccia cambiare il modo di accogliere i migranti…tutti.
Perché tutti i bambini sono “i bambini del mondo”.