Femminicidio, veleno mortale del patriarcato
L’ennesima vittima del patriarcato
A pochi giorni dal 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ad un’altra ragazza è stata tolta la vita. Ad un’altra giovane donna è stato negato il diritto di vivere, di realizzarsi, di crescere. Tra pochi giorni avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria. Era una ragazza piena di vita che sognava e invece i suoi sogni sono stati distrutti.
Giulia Cecchetin, a soli 22 anni, è stata assassinata dal suo ex ragazzo. Il modo e la violenza con cui le è stata strappata la vita fa rabbrividire. Filippo, il suo ex, sembrava apparentemente un bravo ragazzo e di buona famiglia. Si è mostrato, invece, “figlio sano del patriarcato”. Ha privato Giulia della libertà, l’ha trattata come uno strumento, come un oggetto di sua proprietà. Si è sentito di poter fare di lei ciò che ha voluto, si è sentito libero di poterla uccidere, come se avesse calpestato una formica.
In pochi istanti, tra calci e pugni, i sogni di Giulia sono stati infranti. Sui social è divampata una protesta, portata avanti soprattutto dalla sorella della vittima, Elena. Una frase che in pochi giorni ha invaso i social, è quella di una poesia di Cristina Torres Caceres: “Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me voglio essere l’ultima”. Parole condivise e ripubblicate da migliaia di utenti che si stringono al dolore della famiglia e di tutta la società italiana. Per l’Italia questa è una sconfitta, ancora una volta il nostro paese si mostra retrogrado e patriarcale.
Un’altra vittima del silenzio
I mostri come Filippo, non nascono dall’oggi al domani, ma vengono forgiati, incitati e protetti da una cultura che si tramanda da sempre. Per evitare che altre ragazze perdano la vita, il cambiamento deve partire dal nucleo familiare, dalle scuole o dai luoghi in cui i ragazzi hanno modo di apprendere e di formarsi. Fin da bambini è giusto imparare cosa significa saper rispettare il prossimo. E si deve iniziare in famiglia, rispettando la madre o la sorella.
In questi giorni, in molti paesi d’Italia si stanno svolgendo manifestazioni e fiaccolate per Giulia e per ricordare anche tutte le donne vittime della mano di un uomo che si mascherava da amico, fidanzato e persino padre. Il 19 novembre, anche qui a Messina a piazza Duomo, si è celebrata una “veglia rumorosa” in onore di Giulia.
Una veglia che ci ricorda ancora una volta che la colpa è della fragilità maschile. Da quel sabato 11 novembre Giulia avrà per sempre 22 anni. Ancora una volta la società femminile è stata sconfitta. Un’altra donna vittima di un amore malato e di una gelosia smisurata.
Un’altra vittima del silenzio che copre l’evidenza, cioè che il maschilismo e il patriarcato ancora sono vivi dentro ognuno di noi. Ma la situazione non potrà mai cambiare fin quando il maschio non smetterà di credere che l’essere uomo non significa avere potere. Fin quando l’uomo non capirà che alle donne va rubato il cuore e non la vita.
Karol D’Urso IV D Biotecnologie ambientali