Storie ordinarie di violenza di genere
Donne in lotta
Fin dall’antichità le donne erano considerate inferiori rispetto all’uomo. Un esempio era la famiglia patriarcale: l’uomo aveva il comando di tutto, mentre le donne non potevano partecipare alle decisioni che venivano prese in famiglia, non potevano lavorare e dovevano rimanere a casa a badare ai figli. Nel corso degli anni si sono opposte e hanno lottato per l’uguaglianza dei diritti tra i due generi.
Le donne italiane hanno raggiunto l’uguaglianza con gli uomini nel secondo dopoguerra, con la nascita dell’Italia repubblicana. E dal 2 giugno 1946 ad oggi hanno continuato a lottare per la piena realizzazione della parità di genere. Adesso, nel XXI secolo, quando ormai la parità sembra pienamente raggiunta, è necessario affrontare la piaga sociale della violenza di genere.
Oggi, 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricordiamo tutte le donne uccise, stuprate, abusate, molestate. Un pensiero affettuoso e triste va anche alle bambine che nel mondo, con l’alibi di un matrimonio tradizionale, sono vendute al miglior offerente.
Tre sono le storie che vogliamo raccontare per ricordare l’orrore che si perpetua, anno dopo anno, nel mondo. Per il femminicidio e lo stupro abbiamo scelto due storie italiane e recenti, particolarmente emblematiche della grave situazione che stiamo vivendo nel nostro Paese. La terza, invece, ambientata in Marocco, tratta il triste dramma delle spose bambine, ma è anche una commovente testimonianza dell’amore materno.
Il femminicidio
Giulia Tramontano 1 giugno 2023
Quella di Giulia è una storia terribile, uccisa, incinta di sette mesi, a 29 anni. Assassinata dal suo compagno con una violenza inaudita, morta dissanguata per 40 coltellate. E qual è stato il motivo di tanta violenza? Ammesso che un motivo possa esserci. Cosa ha fatto questa giovane donna per provocare una tale reazione?
Assolutamente nulla, voleva solo un chiarimento dal suo fidanzato, voleva sapere come mai lui avesse una doppia vita, come mai la tradisse con un’altra donna. Ma Giulia con la sua sincerità poneva quest’uomo di fronte a se stesso, al suo egoismo, alla sua inutilità. Giulia lo stressava! Questa la sua giustificazione quando è stato arrestato.
Lo stupro
Asia Vitale 7 luglio 2023
La sera del 7 luglio, ad un bar della Vucciria, Asia ride e scherza con dei ragazzi che conosce. È allegra, è disinvolta e fa battute, non ha paura, è tra amici. Ma questi “amici” hanno detto al barista: “Falla bere che poi ci pensiamo noi”.
Stordita dall’alcol, viene portata in un cantiere abbandonato lì vicino, al Foro italico, dove avviene la violenza di gruppo. Trovata per strada in condizioni disperate, viene soccorsa da una donna e trasportata in ospedale. Dopo la visita e le prime cure, Asia trova il coraggio di denunciare “il branco”.
Ciò che più ci sconvolge nel racconto di questi due delitti aberranti è che entrambi sono avvenuti in Italia, in un Paese in cui il valore fondamentale del vivere civile dovrebbe essere quello della centralità dell’essere umano, indifferentemente maschio o femmina. È necessario chiedersi a questo punto se realmente il fondamento della nostra comunità sia la vita umana.
Dalal Nabih, la sposa bambina
Dalal Nabih, nata in Marocco, ha trascorso i primi anni della sua vita in Italia, all’età di 11 anni ritorna nel suo paese d’origine. Non sa che il padre ha deciso di farla sposare con un uomo molto più grande di lei. La madre della ragazza avrebbe voluto evitare che la figlia subisse ciò che lei stessa aveva patito. Il marito però era irremovibile: Dalal si sarebbe sposata. E così si celebra il rito.
Dalal racconta che per le ragazze del loro paese quello non è solo un matrimonio combinato, è anche un abuso. La madre della ragazza, però, non si arrende e vuole che la figlia riprenda gli studi. Il padre, invece, non intende. E decide così di uccidere la moglie. Oggi Dalal, grazie al sacrificio di sua madre, è riuscita a tornare in Italia e a intraprendere una vita diversa da quella che il padre aveva progettato per lei.
Dalal in Italia ha lottato per assicurare giustizia per sua madre e, finalmente l’ha ottenuta dopo 22 anni.
Tre donne e tre storie di sofferenza. Giulia Tramontano, purtroppo, non c’è più e niente e nessuno può farla tornare in vita.
Ad Asia e Dalal auguriamo una rapida guarigione dello spirito e un brillante futuro.
Abbiamo raccontato tre storie per riflettere, ricordare e denunciare.
Il 25 novembre andiamo tutte in tutte le piazze del mondo per gridare “Basta violenza sulle donne”
Ylenia Spadaro, Giulia Garofalo e Alessia Travia II D Chimica, materiali e biotecnologie