Addio a Sammy Basso: una vita dedicata alla scienza

Sammy Basso, noto per il suo coraggio e la sua lotta contro la Progeria, si è spento il 5 ottobre 2024. Prima di parlare, però, di questo piccolo e grande uomo e della sua storia, è fondamentale capire bene che cosa sia la Progeria. Conosciuta anche come sindrome di Hutcinson-Gilford, è una malattia genetica rarissima caratterizzata da un processo di invecchiamento precoce che colpisce solo poche persone al mondo.

Sammy è morto di vecchiaia a soli 28 anni

Nato a Schio, in provincia di Vicenza, Sammy era il più longevo paziente affetto da progeria, sindrome che i medici gli avevano diagnosticato già nei primi mesi di vita. Tra i sintomi più comuni della malattia: l’ispessimento della pelle, l’alopecia, problemi di vista e cardiovascolari. Eppure tutto ciò non ha mai fermato Sammy, che è diventato per molti un faro di speranza, un simbolo di vitalità.

Sono tante  le esperienze e i traguardi che ha raggiunto, dalle due lauree all’Università di Padova in Scienze Naturali e poi in Biologia Molecolare, al viaggio lungo la route 66 negli USA (da Chicago a Las Vegas),  fino alla fondazione, nel 2005, dell’Associazione Italiana Sammy Basso Progeria, il cui scopo   principale è quello di condividere e diffondere le conoscenze e promuovere la ricerca scientifica  Gli onori non  vengono solo dai suoi successi accademici e scientifici, ma anche dalla nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo impegno inarrestabile.

Amate e fate ora ciò che volete

Sammy Basso, esempio di perseveranza, si distingueva per il suo grande ottimismo: “Siamo tutti importanti e tutti possono fare qualcosa”- diceva.
Sam ha sempre vissuto la sua vita semplicemente, così com’era, con difficoltà a volte, con meraviglia in altre e non ha mai represso il dolore, ma lo ha accettato e accolto. La sofferenza, in fondo, ci insegna ad amare, ad apprezzare le piccole cose della vita, ad avere consapevolezza del “qui ed ora” e per Sammy il senso della vita era “viverla”.

Il suo messaggio è arrivato forte e chiaro: chiunque può fare la differenza nel promuovere sia il benessere della comunità che la ricerca medica. Sammy non si è descritto come “malato”; ha parlato di essere “diverso”, con un forte desiderio di godersi ogni momento con le persone a cui voleva bene. Spronati dalla sua tenacia e dalle sue parole, migliaia di persone hanno imparato che la vita è un bene prezioso da apprezzare, qualunque siano le sfide e gli ostacoli da affrontare.

Luigi Alessandro Galletta V A D Biotecnologie ambientali

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