Le donne e la guerra

Donne e guerre
25 novembre 1960

La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne è stata istituita nel 1999. L’Onu ha così voluto ricordare le tre sorelle Mirabel, violentate e poi uccise il 25 novembre 1960.

È necessario che nel mondo ogni anno si rievochi quel fatto, perché, purtroppo, ancora oggi esistono gli stupri e i femminicidi.

Le donne vittime di violenze durante i conflitti

Sono soprattutto le guerre che hanno visto, e vedono tuttora, le donne vittime   di violenze terribili. Il corpo femminile viene usato, infatti, come bottino, campo da battaglia, bersaglio strategico da colpire per distruggere le comunità e terrorizzare i civili.

E quando finisce tutto, sono sempre le donne a raccontare l’inenarrabile.

Lo stupro come arma, secondo l’Osservatorio Diritti è “(…) uno dei crimini di guerra meno riconosciuti della storia”.

L’idea che da qualche anno si stiano consumando due conflitti, Russia-Ucraina e Palestina-Israele, ci fa riflettere molto.

Gli stupri in guerra sono crimini contro l’umanità

Dobbiamo arrivare al 1949, con la Convenzione di Ginevra, per definire per la prima volta “crimini contro l’umanità” tutte le violenze perpetrate contro le popolazioni civili, compresi gli stupri e la tortura.

È poi il Primo Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Ginevra del 1977, con l’art. 27 comma I, che, a proposito dei crimini bellici, afferma:

“[…] Le donne saranno specialmente protette contro qualsiasi offesa al loro onore e, in particolare, contro lo stupro, la coercizione alla prostituzione e qualsiasi offesa al loro pudore.

E ancora l’art. 76, comma I:

Le donne saranno oggetto di un particolare rispetto e saranno protette, specialmente contro la violenza carnale, la prostituzione forzata e ogni altra forma di offesa al pudore.”.

Ma dobbiamo aspettare il 1998 per assistere alla prima sentenza che condanna lo stupro come crimine contro l’umanità.

Le donne e la prima guerra mondiale

La storia ci insegna, però, che le donne, proprio durante i conflitti bellici, assumono ruoli fondamentali.

Durante la Prima guerra mondiale, mentre gli uomini erano al fronte, le donne si sono mobilitate per sostituirli nelle industrie e nei lavori burocratici. Per la prima volta hanno svolto ruoli importanti nella società a livello economico, sebbene ancora dobbiamo parlare solo di emancipazione lavorativa e non di libertà personale.

Dalla legge Sacchi al fascismo

Nel primo dopo guerra è stata votata la legge Sacchi, grazie alla quale le donne sposate hanno potuto iniziare a gestire i propri beni e, finalmente, hanno avuto l’accesso alle professioni e agli impieghi pubblici.

Con l’arrivo del regime fascista le ambizioni delle donne hanno subito un freno. Definite “Regine del focolare” sono state chiuse nuovamente tra le quattro mura domestiche, private dei loro diritti appena acquisiti.

Seconda guerra mondiale: le donne al fronte

Come nella Prima guerra mondiale, anche durante la Seconda le donne hanno svolto diverse attività. Molte sono partite al fronte come crocerossine, rischiando quotidianamente la vita.

Hanno affiancato gli uomini per combattere contro la dittatura di Mussolini, svolgendo la propaganda antifascista anche come staffette partigiane, qualcuna ha anche imbracciato le armi.

Le donne votano per la prima volta

In Italia il suffragio universale avviene il 10 marzo del 1946: le donne per la prima volta hanno votato alle amministrative, molte candidate sono state anche elette nei consigli comunali. A giugno dello stesso anno sono state chiamate anche per il referendum istituzionale.

La prima legge a tutela delle madri lavoratrici è stata promulgata nel 1950.

Il 1975 promuove la prima Conferenza mondiale contro la discriminazione delle donne, evidenziando l’entità del problema.

La prima donna nello spazio

“Non farti dare limiti artificiali. E soprattutto non darteli tu stesso, ma se hai dei sogni e delle ambizioni prova a trovare una strada. Tante volte un ostacolo è solo un messaggio che la vita ti dà. Devi trovare un’altra strada, ma non vuol dire che non puoi arrivare a destinazione”. Queste le parole dell’ingegnere astronauta Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e nello spazio.

Donne, no carta!

Sono solo donne. Solo? Non proprio.

Le donne sono un pilastro, non un foglio

vuoto.

Le donne sono libere e piene di allegria

Non sono usa e getta, se la pensi così

vattene via!

Le donne sono fiori da rispettare

non esseri di cui poter abusare

Loro sono importanti, preziose bellezze,

Non trattarle male, fai loro carezze.

Classe 1A Turismo Quadriennale Sez. “S. Quasimodo”

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