I mille volti della violenza

locandina CeDav prevenzione e contrasto alla violenza
Nella Casa circondariale di Messina

Il 25 novembre, in occasione della giornata internazionale  contro la violenza sulle donne, presso la sezione femminile della casa circondariale di Messina, si è tenuto  un incontro al quale hanno  partecipato  le docenti Ivonne Cannata e Maria Lucia Crupi, referenti dell’Istituto   Minutoli e la dottoressa  Matilde Caruso volontaria CeDav. Un confronto importante per educare alla non violenza,  un’occasione  di condivisione volta a sensibilizzare le detenute sul lavoro  svolto dal centro donne antiviolenza.

Il CeDav, associazione Onlus operante a Messina dal 1989, ha come  obiettivo far conoscere, prevenire    e  contrastare la violenza maschile, quella forza prepotente   che, nella maggioranza dei casi, si traduce  nel dominio sull’altro. Un centro dove ragazze, donne e madri che hanno subito violenze vengono sostenute dal punto di vista sia psicologico che legale. La docente referente Matilde Caruso ha sollevato importanti riflessioni  affinché  le donne siano oggi preparate  a riconoscere il rischio   e a fuggire  da ogni occasione di violenza. La violenza non è solo fisica, ma ci sono varie forme molto velate, “campanelli”   di allarme per far capire a chi ne è vittima il pericolo che sta correndo.

Segnali preoccupanti

Tanti sono i comportamenti che dovrebbero preoccupare noi donne in una relazione, ad esempio:

1. Mai accettare di vedersi un’ultima volta dopo aver chiuso una relazione, perché non esiste un ultimo saluto per mettere la parola fine ad un capitolo della vita. L’ultimo saluto  potrebbe essere davvero l’ultimo

2. Mai permettere ad un uomo di isolarti e di allontanarti dai tuoi affetti.

3. Se ti mortifica il problema non sei tu ma lui. Mai permettere a chiunque di sminuirti  e farti sentire inferiore

4. Ogni volta che non siete in due a decidere di fare sesso, è violenza. Se ti costringe a fare ciò che non vuoi per soddisfare i suoi bisogni, mai accontentarlo se non ne hai voglia solo per assecondarlo, perché questa è violenza

5. Se ti privi di fare determinate cose per evitare di farlo arrabbiare, se limita la tua libertà di scelta, se il clima che si respira in casa o nella relazione in generale è un clima di ansia e paura, questa è violenza.

6. Se ti colpisce una volta, non è stato un errore e lo rifarà ancora. Uno schiaffo è già troppo.

7. Se lo vuoi lasciare, fallo, non aspettare e non avere paura. Non sentirti in colpa di ferire i suoi sentimenti e non aver paura di essere giudicata da nessuno. Se non vuoi più stare con lui, lascialo.

Libertà e rispetto

Questi sono i dati sulla gravità e la pervasività del fenomeno rappresentati  dalla docente Caruso ed elaborati dall’associazione. Le detenute hanno partecipato attivamente all’iniziativa, parlando e raccontando anche le loro esperienze. Un dibattito molto sentito e intenso dove i punti di comune accordo per tutti erano libertà e rispetto.  La libertà di esprimere le proprie idee, di fare delle scelte, di autodeterminarsi  è   un valore  fondamentale e inviolabile.  Se un uomo impedisce alla propria donna di vestirsi, comportarsi e agire di propria spontanea volontà è violenza, possessività, smania di imporre il proprio potere sulla vita altrui.

“Se tu donna non ti trovi più bene nella relazione, se non ti senti libera di poter essere te stessa e di poter decidere della tua vita, lascialo andare. Se stare con lui ti cambia o lui cerca di cambiarti, non è amore. Non si cambia per nessuno e a nessuno si deve dare la possibilità di poter cambiare chi sei. Dentro alla relazione con qualcuno che ami è difficile capire quando l’amore si è trasformato in possesso. Non si deve aspettare di arrivare al punto di odiare tanto una persona che prima hai amato per poterla lasciare, è una cosa che ti distrugge e ti logora interiormente”.

Seminare i valori di legalità. giustizia, consapevolezza dei diritti umani, amore responsabile e coraggio della scelta è sempre importante, qui, come altrove. Un impegno  di speranza e di riscatto potremmo definire l’incontro  che si è svolto il 25 novembre,  un omaggio alle tante  donne  che hanno  provato e sentito sulla pelle e in fondo all’anima quella violenza.

Karol d’Urso V AD biotecnologie ambientali