Natale, la sacra nascita nel cuore dell’inverno

La nascita di Gesù
Presepe-Romolo Tavani
Il Dio nascente, la luce e la speranza

Il 25 dicembre, giorno tanto atteso da tutti, soprattutto da noi studenti grazie alle agognate vacanze natalizie, è il giorno in cui i cristiani festeggiano la nascita di Gesù. Ma quali significati ha assunto questa festività oltre all’aspetto religioso? E come si è evoluta nel tempo questa festa?

Il Natale ha dei “precedenti” di origine pagana. Le attestazioni più significative sono legate al solstizio d’inverno, il 21 dicembre: si tratta di una data molto importante in tutti quei culti in cui era centrale l’adorazione del Sole a cui il Cristianesimo si è di certo riallacciato, in quanto il sole può essere visto come emblema della figura del Cristo.

I Romani invece, proprio nel mese di dicembre, erano soliti festeggiare i Saturnalia, dedicati al dio Saturno, in ricordo dei tempi beati della mitica “Età dell’oro” e per augurare un periodo di pace e prosperità era usanza scambiarsi dei doni.

Fu Epifanio di Salamina, scrittore e vescovo cristiano, a rendersi conto dei punti di contatto tra la festa del Sol invictus e la nascita di Cristo. La festa celebrava la rivincita della luce sulle tenebre e, in molte città orientali, era associata alla nascita del dio sole, Aîon, figlio della vergine Kore. Forse proprio per sfruttare queste somiglianze e riuscire in questo modo a sovrapporre alla ricorrenza pagana quella cristiana, nel IV secolo dopo Cristo Giulio I fissò la data di nascita di Gesù proprio il 25 dicembre.

I simboli del Natale

Derivano, quindi, da tradizioni millenarie gli addobbi natalizi che esponiamo nelle nostre case.

Ha origini pagane l’albero di Natale. Poiché l’abete è una pianta sempreverde, i Druidi – i sacerdoti celti – fecero di quest’albero un simbolo di vita venerato in varie cerimonie. Anche i Romani, alle calende di gennaio (il primo giorno di quel mese), usavano regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna.

Il presepe o presepio è la rappresentazione che raffigura la Natività di Gesù, esposta principalmente nel periodo natalizio. L’usanza di allestirlo, inizialmente italiana, si è diffusa in tutti i paesi cattolici del mondo. Sembra che il primo presepe sia stato realizzato da San Francesco nel 1223.

Ha origini latino-americane, invece, la leggenda sulla stella di Natale. Una leggenda azteca narra, infatti, che questa pianta dai lucenti fiori rossi sia il risultato di una tragica storia d’amore. Dalle gocce di sangue scaturite dal cuore infranto di una dea azteca è nata, dunque, la stella di natale con i suoi forti e rigogliosi fiori invernali.

Lo scambio dei doni

Verso la fine del Medioevo si iniziò a fare dei doni ai bambini perché ricordassero la nascita di Gesù come un momento di gioia. Nel XIX secolo, con la consacrazione del Natale come la festa della famiglia per eccellenza, il dono venne esteso a tutti.

Arriva, così, per i bambini di tutto il mondo Babbo Natale, ancora adesso il più iconico personaggio natalizio.

Babbo Natale

Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di San Nicola, vissuto nel IV secolo, che si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre: secondo la tradizione, San Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi e – in un’altra occasione – salvò tre fanciulli.

Nei Paesi protestanti san Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus. I festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale. L’omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America dalla penna di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse una poesia in cui lo descriveva come ormai tutti lo conosciamo. Questo nuovo Santa Claus, complice anche la pubblicità della Coca-Cola, ebbe successo, e dagli anni ’50, conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale.

Questi i simboli del nostro Natale, simboli che provengono da lontano e che ormai sono diventati patrimonio comune in tutto il mondo.

Con l’auspicio che anche la pace, la giustizia e la solidarietà, vero fondamento del Natale, divengano presto patrimonio mondiale comune, auguro a tutti…

buon Natale!

Anna Calveri II A Liceo scientifico Sez. “S. Quasimodo”

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