Nel mondo delle neuroscienze con l’IRCCS Bonino Pulejo

La V L all'IRCCS Bonino Pulejo
La V L Biotecnologie sanitarie
Tre giorni al Neurolesi Bonino Pulejo

Questa volta è toccato a noi studenti delle classi quinte del Biotecnologico sanitario del Minutoli vivere un’esperienza formativa e toccante. In occasione della  “Settimana del  cervello” presso  il Centro neurolesi Bonino Pulejo di Messina, abbiamo svolto un percorso di PCTO. Tre giorni intensi che si sono trasformati   in un bellissimo esempio di sviluppo  e crescita personale. L’iniziativa  ha coniugato il desiderio di apprendere con l’impegno  a mettersi al servizio del prossimo.

Accoglienza e introduzione alle neuroscienze

Il primo giorno il personale del centro Neurolesi ci ha accolto ed introdotto nel mondo delle neuroscienze spiegandoci le funzioni del cervello e le differenze tra il cervello maschile e femminile. È stato interessante scoprire come, nonostante la struttura sia simile, esistano differenze nel modo in cui uomini e donne elaborano le informazioni, gestiscono le emozioni e sviluppano abilità cognitive.

Dopo questa spiegazione teorica, ci siamo spostati nella palestra riabilitativa, dove abbiamo potuto osservare da vicino gli strumenti utilizzati dai pazienti durante le terapie. Il personale ci ha mostrato il funzionamento di alcuni attrezzi tecnologici e, per comprendere meglio il loro utilizzo, ci ha permesso di provarli. È stato un momento molto coinvolgente, perché ci ha fatto capire quanto sia importante la riabilitazione motoria per chi ha subito danni neurologici e quanto questi strumenti possano fare la differenza nel recupero dei pazienti.

Il Caren, testimonianza e percezione

Il secondo giorno abbiamo visitato il CAREN (Computer Assisted Rehabilitation Environm), un sistema innovativo che utilizza la realtà virtuale e l’analisi del movimento per la riabilitazione dei pazienti. Qui abbiamo osservato come, grazie a una pedana mobile e a schermi panoramici, i pazienti possano allenarsi in un ambiente virtuale controllato, migliorando equilibrio e coordinazione.  Successivamente siamo scesi in auditorium e   abbiamo ascoltato la testimonianza di un paziente che ha vissuto un’esperienza molto drammatica. Ci ha raccontato la sua storia: a seguito di un grave incidente in moto, è rimasto in coma per due mesi e ha dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione.

 Abbiamo poi visitato i laboratori di bioinformatica, dove ci sono stati illustrati i software utilizzati per l’analisi dei dati medici e la ricerca sulle patologie neurologiche, dispositivi  che permettono di analizzare enormi quantità di dati biologici, accelerando scoperte e diagnosi.

Infine, abbiamo partecipato a un esperimento sulla percezione sensoriale. Il personale ci ha fatto indossare le cuffie e ci ha dato un pezzo di cioccolato da assaggiare mentre ascoltavamo una musica rilassante. Poi, ci hanno fatto ascoltare un brano rock e ci hanno dato un altro pezzo dello stesso cioccolato. Nonostante fosse identico, lo abbiamo percepito in modo diverso, questo a dimostrazione di  come la musica possa influenzare il gusto e le nostre sensazioni. Questo test ci ha fatto capire quanto i nostri sensi siano collegati tra loro.

La scoperta della neurofisiopatologia e del Neglet

Il terzo giorno abbiamo iniziato la nostra visita nel reparto di neurofisiopatologia, dove ci sono stati mostrati alcuni strumenti utilizzati per lo studio del sistema nervoso. Uno dei momenti più interessanti è stato quando ci hanno fatto sperimentare la macchina della verità, un dispositivo che analizza parametri fisiologici come battito cardiaco e respirazione per individuare eventuali segnali di stress o menzogne.

Interessante è stato anche partecipare  a un esperimento sugli odori. Ci hanno consegnato alcuni pennarelli impregnati di diverse fragranze, e il nostro compito era quello di riconoscere gli odori e associarli a qualcosa di familiare.

Nell’auditorium del neurolesi Bonino Pulejo, invece, abbiamo preso parte a un altro esperimento per meglio comprendere il Neglect, una condizione neurologica che porta il paziente a non percepire il lato destro o sinistro del proprio corpo o dello spazio intorno a sé. Attraverso una simulazione, abbiamo provato in prima persona le difficoltà che questi pazienti affrontano quotidianamente, rendendoci conto di quanto sia complesso svolgere anche le azioni più semplici quando il cervello non riconosce metà della realtà.

Il valore umano ed etico della sanità

Infine, per concludere l’esperienza, ci hanno sottoposto un sondaggio finale, in cui abbiamo espresso le nostre opinioni su ciò che ci ha colpito di più durante questi tre giorni. Questo ci ha permesso di riflettere su quanto questa esperienza sia stata educativa e formativa, offrendoci una prospettiva più ampia sul mondo della neurologia e della riabilitazione.

Abbiamo visto da vicino la sofferenza, ma anche la speranza e la determinazione di chi non si arrende di fronte alle difficoltà. Per molti di noi è stato un momento di crescita personale e di orientamento per il futuro. Tutte le attività ci hanno aiutato  a vedere la realtà  con occhi diversi e  a riflettere sul lato umano e sul valore etico della sanità.

Silvia Mannino V L Biotecnologie sanitarie

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