Le piccole azioni della vita
Non dare per scontato ciò che hai
Quante volte ci capita di sentire la frase “ti accorgi del valore di qualcosa solo quando la perdi”? E quante volte ancora diamo per scontato ciò che possediamo?
Sembra quasi surreale mettere in conto la possibilità che ciò che abbiamo come per magia possa sparire. Eppure recentemente, grazie a Peter, ho capito che purtroppo questa fantasia può diventare realtà.
Peter è un senzatetto che poco tempo fa ho incontrato per strada insieme alla sua cagnolina Jessi nei pressi dello Zir. Attirata dalla cucciola di pochi mesi mi sono fermata. Quando ho capito a chi apparteneva la cagnetta, ho deciso di dare al suo proprietario qualche soldo e poi mi sono seduta per terra insieme a lui per chiacchierare un po’.
Ho sempre pensato che queste persone molte volte abbiano più bisogno di essere ascoltate che dei soldi per mangiare. Per loro spesso è più importante che qualcuno faccia capire che non sono da meno degli altri, che non sono diversi da chi vive nelle case, ha un lavoro, una famiglia.
Nel giro di quasi due ore Peter mi ha raccontato la sua vita. È stato costretto a scappare dal suo paese a causa del colore della sua pelle. Sua moglie e suo figlio sono stati uccisi da un ubriaco alla guida di un’auto. Peter che aveva tutto, improvvisamente si è ritrovato a non avere più niente.
Piccole azioni per vivere meglio
Il racconto di Peter mi ha “sbattuto” in faccia una realtà ingiusta. Superbia, necessità di apparire ci cambiano e distorcono le nostre azioni, non identifichiamo ciò che è giusto.
Andare in chiesa, dare da mangiare a un senzatetto e poi passare dritto quando ti saluta, non è una buona azione, non è essere una buona persona. Non è necessario predicare e praticare il bene se poi non siamo capaci di fermarci un secondo per dare il giusto valore a quelle che sono delle piccole azioni. Delle piccole attenzioni che a noi non costano niente ma che ad una persona possono cambiare la vita.
Peter mi ha aiutata a capire che chiunque potrebbe ritrovarsi da un giorno all’altro ad essere nella sua situazione, anche un milionario. Ed io credo che a nessuno piacerebbe essere discriminato per la sua etnia, ignorato perché meno fortunato, giudicato per essere un senzatetto. Come non piacerebbe a noi, non piace neanche a loro, li fa sentire sbagliati, quando invece non è così. Non è bello ritrovarsi senza nulla, ma specialmente non è bello ritrovarsi senza nessuno. Impariamo a basarci un po’ meno sull’estetica e lo stato sociale. Fermiamoci a conoscere davvero qualcuno. Impariamo ad amare le persone per ciò che sono, non per ciò che hanno.
Giulia Abriano V C Biotecnologie sanitarie