Festeggiamo la Repubblica italiana
Viviamo la festa della Repubblica con il ritrovato senso di comunità
Il 2 giugno 1946 gli italiani e, per la prima volta, le italiane, finalmente liberi, dopo anni di orrori, votano e scelgono la Repubblica. Spetterà a 556 Deputati, democraticamente eletti, il compito di creare le nuove regole di convivenza.
Il 2 giugno si festeggia, quindi, la ricostruzione dello Stato italiano e dei nuovi valori su cui si basa il nostro vivere insieme. Nell’Italia repubblicana e democratica il valore fondamentale è l’essere umano e il rispetto della sua dignità. I principi di solidarietà, uguaglianza e libertà proteggono e rafforzano tale centralità.
L’unità ritrovata
Durante questi mesi ho pensato molto al significato di questi valori e l’ho finalmente e pienamente compreso. La pandemia, con il carico di sofferenza e problemi che ha portato con sé, è riuscita a risvegliare il senso di comunità e la solidarietà in ciascuno di noi. Abbiamo capito quanto sia importante essere cittadini di uno stesso Stato, dare il nostro contribuito per aiutare chi ci sta accanto e per impedire la diffusione di un virus che ha già provocato tanto dolore.
Con le inevitabili e necessarie misure di contenimento della pandemia abbiamo avvertito, profondamente, l’importanza di un bene fondamentale ma spesso dato per scontato: la libertà!
Pietro Calamandrei, uno dei padri costituente della Repubblica italiana, sulla libertà ha detto:
la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai.
Discorso sulla Costituzione ai giovani di Milano-26 gennaio 1955
Dal 1955 ad oggi noi siamo la generazione di giovani che più ha avvertito questo senso di asfissia. Per nostra grande fortuna, tuttavia, abbiamo provato questa angosciante sensazione per breve tempo e per un motivo valido e condiviso come la tutela della salute e della vita umana.
Nuova aria di festa
Con queste sensazioni e riflessioni riscopro l’importanza e il significato della deposizione della corona d’alloro al Milite Ignoto presso l’Altare della Patria. Cerimonia necessariamente compiuta dal Presidente della Repubblica in quanto carica istituzionale che ci rappresenta tutti. E’ il popolo italiano in quel momento, quindi, che rende omaggio ai cittadini coraggiosi di altre epoche, che hanno dato la vita per l’Italia. Mi entusiasmo, anche, all’esibizione delle Frecce Tricolori: dieci aerei, di cui nove in formazione e uno solista, che compongono la P.A.N., pattuglia acrobatica più grande al mondo. Dal 25 maggio al 2 giugno le Frecce sorvolano il nostro cielo, toccando tutti i capoluoghi delle regioni italiane, in segno di unità, solidarietà e di ripresa.
Chiaramente le cerimonie saranno più sobrie, a causa del Covid-19: nessuna sfilata davanti alla folla romana e cerimonie ridotte al minimo. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver deposto la corona commemorativa, si recherà, privatamente, a far visita alla comunità di Codogno, paese del Lodigiano più colpito dal contagio.
Una festa contenuta ma sentita e interiorizzata dalla collettività!
Quello che più conta per me è mantenere la consapevolezza acquistata nel silenzio interiore del difficile periodo trascorso. Quello che più spero, ora che stiamo lentamente e cautamente ritornando ad una vita normale, è che un domani ci sia una festa della Repubblica veramente popolare, sentita e vissuta da tutti come sinora purtroppo non è stato.
Marco Pantò, 5 D BTS