Non siamo numeri
I numeri e i voti non possono raccontare in profondità le nostre storie
Il fatto di non essere numeri è un’importante questione su cui riflettere. Sin dalla tenera età veniamo classificati con dei numeri che possono crescere in base alla nostra bravura e diminuire in relazione alle nostre carenze. Questo è un sistema per classificare ognuno di noi; alle volte può essere un modo per spronare a fare meglio, altre un modo per smorzare il valore ancora potenziale da portare a compimento.
Quante volte ci è capitato di prendere un voto che non credevamo di meritare? Tante volte il nostro impegno non è stato ripagato come avremmo voluto, altre invece siamo riusciti ad ottenere un buon risultato senza bisogno di applicarci.
Questo succede perché il voto non rispecchia solo quanto hai studiato, ma riflette anche la tua capacità di improvvisare, di ascoltare e di esprimerti. Tuttavia, queste capacità non riguardano solo lo studio, riguardano la vita che ogni giorno scorre ininterrottamente.
Il fatto che tu non abbia buoni voti non significa che tu non sia una persona intelligente e viceversa. Il voto rappresenta solo quanto tu ti applichi in una determinata cosa. Non esistono persone brave in tutto e non esistono persone che non sono brave in niente. Ognuno di noi è in grado di eccellere in qualcosa e, che questo qualcosa sia prestare la giusta attenzione, dare o semplicemente sapersi destreggiare in qualsiasi circostanza, non ha importanza.
Tutto ciò che è vissuto sul bordo di noi stessi può essere superato
Non dobbiamo dimenticare che ognuno esiste sul confine di qualcosa, tra il giusto e l’errore, tra il volere e il potere, ma tutto ciò che è vissuto sul bordo di noi stessi può essere superato, basta riconoscersi o meglio riscoprirsi. Le nostre scelte non devono essere riconducibili a un numero o dipendere esclusivamente dai rapporti di competizione. Tutto quello che fai per imparare cose nuove lo fai per trasformarti, per aprirti al bene, al bello, al vero, ma tenendo sempre a mente che sapere più di qualcun altro non ti rende automaticamente più intelligente.
L’anno della “maturità”
Quest’anno affronteremo l’esame di maturità, dove ognuno di noi avrà un voto differente. Questo però non deve condizionare il nostro rapporto con gli altri; andremo incontro inevitabilmente a momenti in cui regneranno ingiustizie, incomprensioni e discussioni ma questo non significa che non dovremo continuare a volerci bene. Un voto rimane un voto, come una persona rimane una persona!
Questi ultimi anni di scuola sono stati molto diversi rispetto a quelli vissuti precedentemente, possiamo “gridare” di aver affrontato due anni scolastici nel corso di una pandemia globale che ci ha totalmente disorientati, dividendoci gli uni dagli altri, e costringendoci a tenere le nostre emozioni dentro uno schermo. È stata questa situazione che ci ha fatto capire realmente chi siamo e quanto abbiamo bisogno del contatto, di quella scuola che tanto odiamo e persino di quei voti che raramente accettiamo.
Dobbiamo realizzare che non sarà un voto finale a distruggere i percorsi che intere classi hanno fatto, che ognuno di noi non può essere quantificato. Ci saranno persone che senza fare niente, saranno giudicate migliori sulla carta ma questo non significa che lo saranno poi nella vita.
I numeri e i voti non possono raccontare in profondità le nostre storie che avanzano verso la maturità. Io credo fermamente che tra quei banchi, quegli ottimi voti e quelle insufficienze, ci siano persone diverse ed uniche e che ogni giorno, nel saper alzare lo sguardo verso l’alto, riescono a trovare l’infinito.
Elisea Maria Benedetta Romano, classe 5C Indirizzo Biotecnologie sanitarie