Le Pietre d’inciampo, piccoli memoriali sparsi per le città
Le Pietre d’inciampo irrompono nella nostra quotidianità e testimoniano l’orrore nazista
In un giorno qualunque, lungo le vie di una qualsiasi città, possiamo imbatterci nelle pietre d’inciampo create per ricordare i deportati nei campi di sterminio.
Su questi piccoli blocchi, rivestiti da una lastra di ottone, è, infatti, inciso il nome, il luogo di deportazione, la data di nascita e, se conosciuta, quella di morte di una vittime della furia nazista.
Nate a Colonia nel 1992 da un idea dell’artista tedesco Gunter Demning, le Pietre sono situate per lo più nei paesi occupati durante la seconda guerra mondiale dalla Germania. In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono posate a Roma nel 2010. Ogni lastra è realizzata a mano dallo stesso ideatore, a cui costa 1000 euro circa. Spesso questo memoriale è richiesto dagli stessi familiari o da amici delle vittime ma per installarlo è necessaria l’autorizzazione del municipio.
Le “Pietre”, a differenza degli altri memoriali, non consistono in un unico luogo di memoria in cui recarsi per ricordare; offrono, invece, la loro testimonianza irrompendo nella quotidianità. Le incontriamo lungo le vie di qualsiasi città, in un vecchio ghetto ebraico, davanti ad una casa, spuntano lì e danno nell’occhio. La nostra memoria ci si imbatte casualmente e noi, spezzando il flusso normale dei pensieri, ricostruiamo l’orrendo evento spesso conosciuto solo attraverso la storia. Un inciampo “mentale”, quindi, che ci costringe a tornare con il pensiero lì, nell’ultima abitazione delle vittime, nei momenti in cui avevano ancora una vita serena, e poi il distacco violento: prelevati, strappati ai loro affetti, uccisi e buttati in fosse comuni, privando i familiari e i loro discendenti persino di un luogo dove ricordarli.
“Pietre d’inciampo” e di “scandalo”
Il termine “pietra d’inciampo” è ripreso dall’Epistola di San Paolo ai Romani:
Ecco io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d’inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso.
Romani 9,33
Abbiamo ormai più di 70.000 “piccoli sassi d’inciampo e di scandalo” sparsi nelle città europee per ricordare tutte le vittime del nazismo: Ebrei, Sinti e Rom, disabili, omosessuali, oppositori politici, Testimoni di Geova ed esponenti delle Chiese cristiane che si sono opposte al regime. Nell’assurda pretesa di rappresentare l’unico canone umano vincente e giusto i regimi nazifascista hanno sterminato milioni di civili inermi.
Dispiace dover dire che non sempre queste “piccole testimonianze” sono state ben accolte. C’è chi ha trovato da ridire sulla loro collocazione che avrebbe costretto il nuovo proprietario dell’abitazione a ripensare giornalmente alle trascorse atrocità, in alcuni casi le pietre sono state divelte e, purtroppo, alcuni Consigli comunali, come quello di Schio nel 2019, hanno rifiutato l’autorizzazione. Segnali questi decisamente inquietanti che ribadiscono la necessità di tenere alta l’attenzione e ferma la memoria dell’orrore accaduto.
Ilenia Adamo, II D biotecnologie Sanitarie
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