A scuola di antimafia
Gli studenti del Minutoli partecipano al progetto educativo antimafia del Centro studi “Pio La Torre”
Riprende, dopo la pausa di un anno determinata dalla pandemia, il progetto educativo antimafia del Centro studi “Pio La Torre”. Centro fondato nel 1986 per lottare contro le mafie e valorizzare gli ideali e le azioni di Pio La Torre, coraggioso sindacalista della CGIL e deputato del PCI ucciso dalla mafia.
Partecipano al progetto più di 160 scuole tra cui 15 sezioni delle case circondariali. Il Minutoli vi prende parte con le classi dell’indirizzo biotecnologico e con la sezione presente nella casa circondariale.
Il primo incontro, seguito in diretta streaming, si è svolto il 21 ottobre. Tema trattato “il quarantesimo anniversario della Legge Rognoni-La Torre: evoluzione giuridica, politica ed economica”. Moderatore il presidente dell’associazione Vito Lo Monaco. Relatori Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, Antonio Balsamo, Presidente del tribunale di Palermo, Vincenzo Militello, docente di Diritto Penale, Franco La Torre, figlio di Pio, e Walter Veltroni, regista e uomo politico. Un incontro interessante da cui è emersa la figura di La Torre e la sua azione politica rivolta al netto contrasto dell’associazione mafiosa e alla riscossa economica e sociale della Sicilia.
La figura di Pio La Torre
La Torre è stato il primo a parlare di “terrorismo mafioso” e a comprendere che la mafia è un’organizzazione criminale anti Stato. Organizzazione composta da cosche o famiglie rette dalla legge dell’omertà e della segretezza, che esercita attività illecite e criminose nella propria patria e anche all’estero. Organizzazione dedita esclusivamente alla ricerca del potere e del denaro. Denaro conquistato con qualunque mezzo e investito e riciclato a discapito della gente onesta, spesso povera, sempre oppressa.
Pio La Torre, figlio di contadini poveri, ha lottato da sempre per le disuguaglianze, a favore dei lavoratori, diventando segretario provinciale della CGIL e segretario e deputato del PCI. Ha combattuto contro la speculazione edilizia e la costruzione della base missilistica di Comiso. Ma soprattutto ha lottato contro “Cosa nostra” e per questo, come molti altri uomini giusti e corretti, è stato considerato un personaggio scomodo, per cui i capi dell’organizzazione criminale, tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano, hanno deciso di farlo assassinare.
La legge Rognoni-La Torre
Il 30 aprile del 1982, alle 9.20, mentre Pio La Torre con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, stava raggiungendo la sede del partito, è stato accostato da una moto di grossa cilindrata e colpito da raffiche di proiettili. La Torre è morto all’istante, mentre Di Salvo ha avuto il tempo di estrarre la pistola e sparare alcuni colpi prima di morire. La sua morte, tuttavia, non è stata vana. L’indignazione generale suscitata dal suo omicidio e da quello del Prefetto Dalla Chiesa conduce all’approvazione di una sua proposta di legge. Nasce, così la legge n.646, detta Rognoni-La Torre dal nome dei suoi relatori, vero pilastro della lotta alla mafia.
Rende bene l’idea l’intervento del professor Militello che parla di cambio di “paradigma” determinato dalla legge Rognoni-La Torre, di una vera e propria rivoluzione normativa. Alla base di questa “rivoluzione” si trovano due nuovi istituti introdotti: l’istituzione del reato di associazione di tipo mafioso (art.416 bis c.p.) e la confisca dei beni della mafia. Il successo del maxiprocesso del 1986 è frutto anche della legge Rognoni-La Torre.
Attenzione sull’azione educativa della scuola e sui giovani
Significativo anche l’intervento del Ministro Bianchi che ha messo in risalto l’importanza del Progetto educativo antimafia all’interno delle scuole come momento di riflessione per noi giovani.
Sull’importanza della scuola si è soffermato anche il presidente dell’associazione Vito Lo Monaco che ha identificato nella conoscenza l’arma per sconfiggere le mafie.
Il magistrato Antonio Balsamo ha, invece, posto l’accento sul momento difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia, momento di cui la mafia potrebbe approfittare. Il Covid19 ci ha fatto comprendere quanto ciascuno di noi sia fragile e come ogni Stato sia impossibilitato a salvarsi da solo: “Credo che uno degli impegni della prossima generazione sia affrontare fenomeni criminali globali con una logica di solidarietà”.
Walter Veltroni ha invece sottolineato l’importanza dello studio della Storia del secolo scorso nelle scuole. Sarà infatti lo studio di tale periodo che potrà evitare il riproporsi delle grandi tragedie del Novecento, tra cui la mafia “terrorista”. Ha pure evidenziato la grande possibilità che noi giovani abbiamo di comunicare, possibilità che nessun’altra generazione ha mai avuto, e di cui dobbiamo approfittare, con l’aiuto della scuola, per prendere coscienza e lottare contro la mafia che “si alimenta di un collasso culturale, civile, etico”.
Infine ha parlato il figlio di Pio La Torre, Franco, che ha voluto ricordare l’ambiente pericoloso e mafioso in cui viveva e contro cui lottava suo padre. Ha poi spiegato che non si è mai pronti all’idea che un familiare possa morire.
L’incontro è terminato alle ore 11,30 e ci ha lasciato un po’ più…adulti.
Rebecca Marino Va L Biotecnologie sanitarie