Il volontariato: esperienza di vita e di amore
Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano. (Madre Teresa di Calcutta)
Ho 18 anni e passo la maggior parte del mio tempo libero a svolgere attività di volontariato con i bambini dell’oratorio “Licia Linardi” (parrocchia “Stella Maris” di Minissale) e con gli adulti diversamente abili del santuario di Lourdes a Messina.
Perché lo faccio? A questa domanda, che mi viene rivolta frequentemente, rispondo semplicemente: “Perché mi sento realmente vivo solo quando aiuto gli altri”. Mi piace il contatto umano, ascoltare, comprendere e ridere insieme.
Imparo, anche, a relazionarmi diversamente in base alle diverse situazioni, in quanto profondamente diverso è il vissuto delle persone a cui mi dedico.
I bambini dell’oratorio hanno una forte necessità di sentirsi amati e noi animatori rispondiamo il più possibile a questa esigenza, creando con ognuno di loro un legame unico. Se l’amicizia cresce, il bambino si confida, si diviene per lui un punto di riferimento, un modello da seguire e questo ci aiuta ad essere persone migliori.
Con i diversabili, invece, si forma un altro tipo di legame: sono adulti o anziani che mi raccontano la loro esperienza di vita e spesso sfogano con me la loro solitudine o la rabbia che deriva dalla malattia. Il rapporto con chi sta sulla sedia a rotelle ti cambia, ti fa capire quanto siano importanti le cose date per scontate quando si possiedono: poter camminare, correre, ballare.
Sono pochi i ragazzi della mia età che si dedicano al volontariato, la maggior parte di loro lo vede come una perdita di tempo, poco divertente e senza risultati concreti ed immediati. Io, al contrario, solo così mi sento parte integrante della società civile e della comunità cristiana.
Ogni momento è importante: l’accoglienza festosa all’inizio dell’animazione, le attività sportive, il ballo, il canto, l’art attak ed il teatro con i bambini; i lavori di découpage, la merenda, la messa e la cena con gli adulti. I momenti di preghiera insieme arricchiscono e uniscono le due esperienze.
Il volontariato è ormai una parte di me, non potrei mai staccarmene, sarebbe come perdere un pezzo della mia anima, del mio cuore. E’ un’esperienza che mi aiuta a crescere e a capire meglio me stesso.
Prendendo spunto da un un commovente video che ho visto su You Tube, “Ripple” consegno a tutti questo messaggio: Il bene genera un’onda infinita di amore.
Siate, dunque, voi a scatenare quest’onda.
Marco Pantò VD BTS